Le origini del culto.
Il crocifisso, anche detto crocefisso o crucifisso, è la rappresentazione della figura di Gesù Cristo messo in croce ed è uno dei simboli più diffusi del Cristianesimo. Ha significato soteriologico e rappresenta per i cristiani il paradigma ermeneutico(cioè la chiave di lettura) della Bibbia.
La composizione classica di un crocefisso cattolico e anglicano consiste in una croce latina alla quale è applicato un corpo umano, di sesso maschile, seminudo e senza vita, rappresentante Gesù Cristo, con il capo reclinato sulla spalla, cinto da una corona di spine e con le mani inchiodate ai bracci della croce, i piedi inchiodati al fusto, e il costato trafitto. Sopra il capo, posto sull’asse verticale della croce, vi è la scritta I.N.R.I.(cioè il Titulus crucis). Le dita della mano destra indicano il numero due, simboleggiando che l’uomo è la seconda persona della SS. Trinità.
I crocefissi vengono generalmente realizzati in legno, metallo e altri materiali anche preziosi, nelle più svariate tecniche artistiche (pittura, bassorilievo, cesellatura…) e rivestono un consistente capitolo nella storia dell’arte, con esemplari realizzati da innumerevoli artisti, da Giotto a Michelangelo, da Cimabue a Donatello e moltissimi altri. Le dimensioni sono molto variabili, andando dai pochi millimetri a decine di metri, a secondo se l’oggetto sia destinato alle funzioni di monile devozionale, gioiello, arredo sacro o monumento.